domenica 17 dicembre 2017

ritiro avvento

Dicembre AdP
Ritiro tempo di avvento
Giorno 14 alle ore 18 presso la chiesa Madonna del Rosario si è tenuto il ritiro comunitario diocesano dell’AdP Foggia-Bovino, condotto dal nostro assistente spirituale don Massimo Di Leo.
Si è recitato il Rosario, seguita la S. Messa e l’esposizione di Gesù Sacramentato.
Innanzi a Gesù don Massimo, ha tenuto una lectio divina sul vangelo di domenica 17 (Giovanni 1,6-8.9 19-28)
Dopo aver invocato lo Spirito Santo e un breve momento di silenzio don Massimo iniziava con lo spiegare chi era Giovanni e la sua missione.
“Questo brano si colloca nel 1° capitolo del vangelo di Giovanni, l’inizio è dominato dal prologo che ascolteremo a Natale. L’apostolo sente il bisogno di iniziare così il suo vangelo perché c’è il rapporto con l’inizio della creazione e l’evangelista vuole raccontarci la creazione nuova che Dio fa, attraverso il figlio suo con l’opera dello Spirito Santo: la redenzione. Nella genesi Dio crea attraverso le parole “Dio disse” nel nuovo testamento la parola è Gesù “Ecco che il verbo si fa carne e prende dimora in mezzo a noi”Prende una tenda di carne e la fa in mezzo a noi, cioè nella nostra umanità, nelle nostre difficoltà, nelle nostre certezze per farle diventare storia di salvezza.
L’apostolo subito ci fa conoscere e punta il dito su una figura importantissima che è quella di Giovanni Battista, lo chiama semplicemente Giovanni. Il ruolo di battezzatore è secondario. Lui è il compimento della profezia, il precursore, è l’amico dello sposo.
Figlio di sacerdoti predicava e praticava il battesimo, considerato a quei tempi come purificazione del corpo. Tanti altri gruppi del giudaismo praticavano il battesimo, avevano la concezione del peccato legato alla pulizia: facevano le abluzioni, si lavavano le mani, i piatti, i bicchieri. Non facevano differenza fra corpo e spirito, ciò che sporcava il corpo sporcava anche l’anima. Il battesimo del Battista, accompagnato da una predicazione esigente, è di preparazione per accettare Colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Giovanni Battista ci dà una grande lezione di umiltà, molti lo ascoltavano e lo seguivano, tra questi anche alcuni degli apostoli, Giovanni, Andrea e altri, ma il Battista sa che al centro c’è il Cristo. Non dice mai sono, ma sempre “ non sono “ “ Lui deve Crescere ed io diminuire” Lui lo sposo e la sposa è il popolo di Dio, io ho preparato questo matrimonio; ed è questa la vera grandezza del Battista. Lui ci insegna a essere gli accompagnatori e i custodi dei nostri fratelli, di essere gli amici dello sposo.
Il Battista è un testimone che traghetta verso la nuova alleanza ed è anche un martire di quest’alleanza, perché come sappiamo tutti, pagò con il sangue, fu decapitato.
All’epoca si aspettava il Messia, c’era una grandissima attesa, attesa politica, religiosa, di riscatto sociale, tante forme di attesa e tanti si presentavano come il Cristo, ma ecco che si presenta Giovanni e si discosta da tutti. Lui sembrava essere veramente il Cristo perché ha un atteggiamento di semplicità, di umiltà, di essenzialità, si ritira nel deserto è figlio di sacerdoti e quindi anche lui sacerdote per eredità. Incarna così bene le attese del suo popolo. E’ un uomo forte, deciso, che ama la verità, rifiuta le alleanze ambigue e i compromessi è colui che secondo il popolo darà la salvezza perché mandato da Dio.
I sacerdoti sono incuriositi e mandano i capi di Gerusalemme a vedere cosa succede in questa parte del deserto lungo il fiume Giordano.
Perché Il Battista sceglie proprio il deserto e il Giordano. La sua scelta è indicata unicamente dalla tradizione biblica Giovanni scelse proprio quel luogo di fronte a Gerico, dove il popolo di Israele era entrato nella terra santa attraverso il Giordano. La scelta di quel luogo corrispondeva all’antica condizione di Israele prima del passaggio del fiume. Il deserto e il Giordano due posti legati al ricordo, all’alleanza. Attraversando l’acqua ci si libera dalla schiavitù egiziana. Israele nasce come popolo attraverso il pellegrinaggio nel deserto. Israele doveva ritornare  a casa, al suo Signore. Ricchezza, agi, comodità, potenza, troppe sicurezze, bisognava ritornare al vero e unico Dio.
I sacerdoti del tempo vedono in Giovanni un agitatore del popolo, uno che vuole distruggere, loro non sono pronti alla novità, né a vedere né ad ascoltare e gli chiedono “Tu chi sei?”, per trovare qualcosa per accusarlo. La stessa domanda la faranno poi a Gesù.
Anche noi siamo addormentati nelle nostre certezze, nei nostri agi, nelle comodità, dobbiamo lasciarci scuotere. E a volte siamo addormentati avendo Gesù in mano, avendo il rosario in mano L’ avvento deve portarci alla ricerca della verità. Giovanni il Battista ci insegna come aspettare e annunciare il Cristo e come possiamo annunciare se non prima ascoltiamo e ascoltare con il con il cuore.
 Il cuore non è solo la sede dei sentimenti, è il centro della persona: volontà, intelligenza, sentimenti, emozioni questo cuore il Signore vuole che lo apriamo, essere pronti ad ascoltare. Essere delle sentinelle che stanno al posto di osservazione notte e giorno pronte a vedere il Suo ritorno, per essere come Giovanni il Battista amici dello sposo, allora sì che si costruisce il vero tempio, altrimenti quest’ avvento passerà come tanti altri avventi e natali. Ogni momento dell’avvento deve essere momento di crescita, i propositi sempre più forti e propositi certezze: oggi la salvezza è entrata nella mia casa. Viviamo l’avvento come approfondimento personale.
Ringraziamo il Signore per l’ascolto, per i benefici che ci ha donato, e per tutto ciò che ci ha dato.

Chiediamo l’aiuto di Maria nostra madre, che ci aiuti e ci insegni come fare.

lunedì 27 novembre 2017

Apostolato della Preghiera : novembre meditazione

NOVEMBRE
Incontro diocesano mensile
Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 24 novembre 2017, alle ore 17,30 , presso la chiesa " Madonna del Rosario" via Guglielmi, 8 a Foggia, si è  tenuto l 'incontro comunitario dell’ultimo venerdì del mese dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino , con la guida del nostro assistente spirituale don Massimo Di Leo.
Si è riflettuto, approfondendo, sull' intenzione del Papa di questo mese che vuole si preghi:
"Per i cristiani in  Asia, perché testimoniando il Vangelo con le parole e le opere, favoriscono il dialogo, la pace e la comprensione reciproca, soprattutto con gli appartenenti alle altre religioni."
Don  Massimo ci portava a riflettere sui i punti d' incontro con le varie religioni, premettendo che tutte hanno una loro spiritualità, una meditazione, un culto. In ogni religione cambiano i segni, i modi, le forme per adorare il Divino, ma è proprio la fede e la spiritualità intensa , dove è possibile avvicinarci ai fratelli lontani.  Certo noi sappiamo che in Cristo c'è la verità assoluta, ma il dialogo, che a volte pare difficile e contrario, è possibile e va anche se con sforzo trovato e ricercato.
Don Massimo ci invitava a ricercare nei fratelli non solo dell'Asia ma anche a noi vicini, al nostro prossimo, il bene che c è in ognuno di noi, e a non guardare i difetti, ai quali spesso siamo portati ad evidenziare e a criticare.
         "  La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene;
            amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno,gareggiate nello stimarvi a vicenda."
           lettera ai Romani cap.12 versetto9
Dopo la meditazione si è recitato il Rosario, celebrata la Santa Messa e abbiamo concluso con la consacrazione al Cuore di Gesù.

venerdì 10 novembre 2017

Apostolato della Preghiera : ottobre 2017

Apostolato della Preghiera : ottobre 2017:
Incontro diocesano mensile
Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 27 ottobre 2017, alle ore 17, presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è aperto l’anno sociale 2017-2018 dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino con l’incontro di preghiera comunitario dell’ultimo venerdì del mese, da ottobre a giugno.
La presidente diocesana Filomena Saracino Savino ha presentato ai presenti  il nuovo direttore diocesano don Massimo Di Leo, nominato il 20-10-2017, e nelle sue mani ha rassegnato le dimissioni dal ruolo diocesano,  conservando  l’incarico di delegata  della Puglia nord al Consiglio nazionale AdP.
Nuova presidente diocesana è stata subito nominata la sig.ra Clementina Valentini De Stefano, vice presidente la sig.ra Maria Vania Iannelli, segretaria la sig.ra Anna Maria Tozzi De Stefano.
Dopo l’augurio corale ai nuovi responsabili diocesani di un servizio  fecondo e fruttuoso per il Regno di Dio,  don Massimo ha solennemente inaugurato l’anno sociale AdP celebrando la santa Messa in onore del Cuore di Gesù.
Ha poi comunicato che i prossimi incontri mensili diocesani avverranno nella chiesa parrocchiale Madonna del Rosario, di cui lo stesso don Massimo è parroco: grande riconoscenza è stata espressa per l’accoglienza calorosa  ricevuta  negli anni dai responsabili della rettoria di San Giuseppe.

La seduta  è stata sciolta con la benedizione solenne  ai fedeli zelatori convenuti dalle varie parrocchie dove l’Apostolato della Preghiera è ancora vivo, con la speranza che rifiorisca sempre più ricco di frutti santi di fede e di amore.

domenica 29 ottobre 2017

Apostolato della Preghiera : inizio anno sociale

Consiglio nazionale straordinario AdP
L’anno sociale 2017-2018 dell’Apostolato della Preghiera-Rete mondiale di Preghiera del Papa è stato ufficialmente inaugurato nelle 5 diocesi della Puglia Nord (Foggia-Bovino, Cerignola-Ascoli Satriano, Lucera-Troia, Manfredonia-San Giovanni Rotondo-Vieste, San Severo) con le varie attività parrocchiali ed interparrocchiali che riguardano il culto al Cuore di Gesù, l’adorazione eucaristica  con finalità di riparazione e di rendimento di grazie, la meditazione della Parola, il richiamo costante alle intenzioni mensili di preghiera del Papa, la preparazione ai Sacramenti, la partecipazione profonda alla santa Messa.
Sono puntualmente ripresi  le catechesi  formative e gli incontri comunitari di approfondimento della spiritualità dell’AdP, sulla traccia del cammino del cuore proposto da padre Tommaso Guadagno: i suoi testi da ormai 2 anni sono stati adottati  in gran parte dei centri  di  preghiera, ed hanno dato lo spunto per ulteriori  sviluppi della contemplazione ed imitazione della persona e della vita di Cristo.
La diocesi di Foggia-Bovino in data 20 ottobre 2017 ha avuto la gioia di essere affidata alla guida del nuovo direttore diocesano don Massimo Di Leo, giovane prete serio e preparato, ed il 27-10-2017 la presidente diocesana Filomena Saracino Savino lo ha  calorosamente presentato a quanti sono convenuti  per il primo cenacolo  di comunione di fede dell’anno  sociale in corso.
Nella stessa occasione la signora Savino, dopo 35 anni di ininterrotta presidenza, ha annunciato il suo ritiro dal ruolo diocesano a favore della signora Clementina Valentini  De Stefano,che ha accettato con riconoscenza  e convinzione la nuova, importante responsabilità di essere a servizio attivo del Regno di Dio.
La signora Savino conserva il solo ruolo ufficiale di delegata della Puglia Nord al Consiglio Nazionale.
Attendiamo tutti fiduciosi le direttive del nuovo direttore nazionale padre Alessandro Piazzesi, al quale rivolgiamo sinceri auguri di lavoro fecondo e fruttuoso per un nuovo e santo Apostolato della Preghiera.
               Filomena Saracino Savino

sabato 3 giugno 2017

Apostolato della Preghiera : ADP

Incontro diocesano mensile dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 1 giugno 2017, dalle ore 17,30 alle 18,30, presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è tenuto l’incontro mensile diocesano di preghiera dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino, sotto la guida della presidente diocesana Filomena  Saracino Savino.
La Pentecoste è ormai vicina, e si attende la venuta dello Spirito Santo con cuore gioioso, perché Gesù lo ha promesso ai suoi seguaci che pregano e vivono i suoi insegnamenti con fedeltà e convinzione.
Certo non è facile rimanere fedeli al comandamento dell’amore quando intorno a noi c’è chi semina odio, discordia, menzogna, ed in noi stessi c’è risentimento, invidia, gelosia, a dispetto degli sforzi che facciamo per essere buoni e misericordiosi: è per questo che è necessario lo Spirito Santo, per vincere gli istinti naturali, per superare i limiti abituali, per dominare il carattere scontroso, orgoglioso, irascibile che ci ritroviamo per mancanza di disciplina seria e costante.
Solo lo Spirito Santo ci può cambiare in profondità, bruciando le cattive abitudini, i vizi incalliti, le passioni malsane della carne, con la fiamma della carità di Dio che scende su chi la invoca con cuore sincero e puro.
Maria nel cenacolo insieme agli apostoli  aspettava il Consolatore promesso dal Figlio, era convinta che la luce della verità avrebbe illuminato la loro vita, la loro via, togliendo timori e paure, dubbi ed incertezze, e di fronte a tale fede  il Signore della gloria intervenne con potenza e spazzò ogni debolezza umana, e rese Lei  e gli apostoli riuniti in preghiera testimoni ardenti  e convincenti della somma bontà e provvidenza di Dio.
I misteri del santo Rosario che dal primo all’ultimo richiamano a meraviglia la manifestazione dell’amore del Padre e del Figlio mediante il loro Spirito di Verità e di Carità sono i misteri della luce, che vengono  stasera contemplati per tale motivo particolare ed anche per rispetto del calendario liturgico del giovedì.
Nel primo mistero luminoso, il battesimo di Gesù nel Giordano, si contempla quanto descritto nel Vangelo:
“Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua, ed ecco si aprirono i cieli ed Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.” (Matteo 3, 15-17).
Gesù riceve lo Spirito Santo a sigillo della sua fedeltà, della sua obbedienza al progetto di salvezza del Padre che voleva fare di lui, il Figlio prediletto, la vittima innocente dei nostri peccati: lo Spirito Santo è sempre un premio, una ricompensa straordinaria per una condotta mite ed umile come quella di Maria e Gesù, o riconoscente dei propri difetti come quella dei peccatori pentiti e desiderosi di conversione;  è sempre un segno di amore del Padre che vuole tutti santi, il Figlio e coloro che credono nel Figlio, che Egli ama come ama il Figlio, se sono una cosa sola con il Figlio, come dice il Vangelo di oggi.
Amiamo dunque Gesù, e la sua gloria sarà la nostra gloria, la sua perfezione la nostra perfezione.
Secondo mistero luminoso, le nozze di Cana.
L’acqua che diventa vino buono è segno della potenza dello Spirito Santo, che trasforma il cuore dell’uomo incapace di atti coraggiosi e nobili in cuore pronto a donarsi senza riserve per la gloria di Dio ed il bene dei fratelli.
Maria pregò Gesù a nostro favore perché compisse tale miracolo e lui, che era una sola cosa con il Padre, operò la conversione dalla miseria alla pienezza delle virtù cristiane.
Preghiamo con fede come Maria, preghiamo Maria, ed ella otterrà per noi dal Padre e dal Figlio lo Spirito Santo che trasforma la nostra vita e la custodisce al riparo dal sepolcro, dalla corruzione, come dice il Salmo di oggi:” Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.”.
Terzo mistero luminoso: l’annunzio del Regno
Gesù dice: “ Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete  al Vangelo.”  Poco  dopo queste parole, secondo il Vangelo di Marco, gli portarono un paralitico e  lo calarono attraverso il tetto  per metterglielo davanti. Egli allora, vista la loro fede, disse al paralitico: “ Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati.”  E l’uomo guarì nel corpo e nello spirito.
Ecco, quando l’uomo è smarrito, come paralizzato dalla richiesta di conversione che gli viene da Dio, e non sa come fare, non ha la forza di muovere un passo sulla via stretta e faticosa dietro Cristo, è Cristo stesso che lo prende per mano e lo salva, vista però la fede in lui.
La fede e la preghiera sono la condizione indispensabile per essere risanati, salvati, santificati,e l’aiuto di Dio è una grazia, ma una grazia che solo la nostra insistenza e la nostra perseveranza rendono possibile.
Possiamo convertirci se lo vogliamo a tal punto, che niente blocca la nostra volontà, né i tentativi falliti, né le difficoltà a vincere noi stessi, né la tentazione che è tutto inutile, perché sappiamo, sulla base della promessa di Gesù, che quando busseremo al suo cuore con fede pura e matura, dopo tante prove, Egli ci aprirà  e ci donerà il suo santo Spirito di consiglio e di consolazione.
Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
“Pietro stava ancora parlando quando una nube luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva:”Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo.” (Matteo 17, 3-5): è ancora una manifestazione della potenza di Dio, ancora la luce dello Spirito Santo che fa brillare come il sole il volto di Gesù e fa diventare candide le sue vesti, ancora il compiacimento del Padre per il Figlio che sta per immolarsi per compiere la sua volontà di salvezza dell’umanità, con in più un chiaro messaggio, di ascoltarlo, il Messia, per essere anche noi nella luce, nella gioia, nella gloria.
Quinto mistero luminoso: l’istituzione dell’Eucarestia
L’Eucarestia è la massima espressione della potenza dello Spirito Santo, è la trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue di Gesù  per stabilire una nuova alleanza tra Dio e l’uomo grazie al sacrificio sulla croce del Figlio unigenito.
E ogni uomo che mangia e beve il corpo ed il sangue di Cristo diventa figlio ed erede del Regno, da schiavo del peccato quale era.
 Lo Spirito Santo ci trasformi il cuore vecchio in cuore nuovo, unito al Cuore di Cristo per l’eternità: questo è l’augurio che stasera ci scambiamo, perché sia così.  E così sia.



venerdì 5 maggio 2017

Apostolato della Preghiera : incontro diocesano 28/4/2017

Apostolato della Preghiera : incontro diocesano 28/4/2017:
Incontro diocesano mensile dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 28-4-2017 alle ore 17,30 presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è tenuto l’incontro mensile diocesano di preghiera dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino.
La responsabile diocesana Filomena Saracino Savino ha richiamato i presenti alla contemplazione delle letture pasquali che invitano alla conquista dei beni celesti, non soggetti alla corruzione, allo svilimento, al tarlo dei comportamenti umani capaci di rovinare l’armonia e la bellezza dei beni sensibili, ed ha proposto Maria Vergine come modello di comportamento  di fronte alle prove della vita, che grazie al dono celeste dello Spirito Santo, il bene per eccellenza, sono  accolte con serenità e docilità alla volontà di Dio, provvidenza assoluta.
I misteri del santo rosario colmi di fede, speranza ed amore verso il Signore buono e misericordioso sono per eccellenza  i misteri gaudiosi, che contemplano l’abbandono di Maria nella potenza e sapienza dello Spirito vittorioso sulle dottrine ed attività meramente umane.
Il primo mistero gaudioso è appunto il ricordo dell’abbandono fidente di Maria al progetto di salvezza del Padre celeste, abbandono testimoniato anche dal comportamento degli apostoli di fronte agli insulti ed alle offese ricevuti a causa della loro appartenenza a Cristo salvatore e redentore: essi, per quanto fustigati ed oltraggiati, erano lieti, e non cessavano di insegnare e portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo.
Ricevuto il dono atteso con fede, la Carità di Dio, Maria e gli apostoli non si chiudono al prossimo, non si isolano, ma portano al mondo il loro esempio di fedeltà, ubbidienza, comunione con la persona di Gesù e con il Padre per mezzo dello Spirito Santo che li unisce.
Nel secondo mistero gaudioso Maria manifesta l’amore incarnato che porta nel seno correndo in aiuto della parente bisognosa di cure: l’amore che si riceve da Dio deve essere donato agli altri, altrimenti si perde, giacchè è amore  trinitario, basato sulla donazione gratuita dell’amore,  che più si dona, più cresce.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci che leggiamo nel Vangelo significa proprio questo, che se si dà tutto il bene che si ha nel cuore, anche se è poco ed insufficiente per vincere o convincere l’altro alla reciproca comprensione e compassione, avviene il miracolo ed esso si moltiplica, ed addirittura ne avanza.
Nel terzo mistero gaudioso si contempla la Parola di Dio incarnata, la Parola viva, che nutre e sazia e rende forte e saldo chi la riceve con fede e la conserva nel cuore, per farla fruttificare e metterla a disposizione del prossimo desideroso di parole eterne, deluso dalle parole vane del mondo.
Nel quarto mistero gaudioso il vecchio Simeone preannunzia a Maria che una spada le trapasserà il cuore: è la spada della verità, l’altra faccia della carità, è la spada che  ricorda dolorosamente che la vita deve essere perduta ed offerta al Padre che ce l’ha donata, per essere resa infinita e gloriosa.
Gesù è il Maestro della Verità  della croce come strumento di salvezza e santificazione, per suprema Carità sua e del Padre suo e nostro.
Nel quinto mistero gaudioso  Gesù dice che deve occuparsi delle cose del Padre suo, delle cose di lassù, e lo dice non perché  vuole estraniarsi dai suoi cari e dal mondo, ma perché vuole prepararsi a servire i suoi seguaci, il suo popolo, colmo di scienza e di sapienza.
Come Gesù alziamo gli occhi al cielo ma guardiamo anche negli occhi i nostri fratelli, per non dimenticare che sono come noi seme di verità e di carità, che può diventare frutto santo con la cura ed il calore reciproci.
Santifichiamoci per santificare, uniti al Padre ed al Figlio mediante lo Spirito Santo.
Speriamo che sia così, e così sia.

  



domenica 2 aprile 2017

Apostolato della Preghiera : 31 Marzo 2017

Apostolato della Preghiera : 31 Marzo 2017Incontro mensile diocesano dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 31-3-2017 alle ore 17,30 presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è tenuto l’incontro mensile diocesano dell’Apostolato della Preghiera di Foggia- Bovino.
Ha condotto la preghiera comunitaria sotto forma di rosario meditato la presidente diocesana Filomena Saracino Savino, che ha manifestato ai presenti la gioia di contemplare e meditare insieme i misteri della passione, morte e risurrezione di Cristo, dopo una lunga interruzione per i disagi del tempo invernale ed il picco dell’influenza stagionale.
La preghiera con il santo Rosario nell’imminenza della Pasqua del Signore si propone di ottenere la grazia della fede che apre la porta del cuore di Gesù e ci assicura la vittoria sulle nostre debolezze, sulle nostre paure, sui nostri miseri pensieri, ossessionanti e fuorvianti dalla retta condotta di vita.
Nel primo mistero doloroso, l’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani, la riflessione questa volta verte non soltanto su Gesù solo e sofferente, per l’incoscienza dei suoi discepoli e per il presagio dell’ora fatale, ma anche sulla nostra agonia. Perché siamo nell’angoscia tanto spesso, perché improvvisamente ci assale il timore di quello che deve venire, perché non ci sentiamo soddisfatti  delle nostre amicizie, dei nostri più intimi interlocutori indifferenti ai nostri problemi ordinari e straordinari, e infelici e delusi ci aspettiamo amarezza  senza fine?
Con Gesù il rischio di perdere il coraggio di accettare le ore buie intraviste dolorosamente non esiste, perché dopo un attimo di smarrimento umanissimo è pronto a gettarsi nelle braccia del Padre e fare fedelmente la sua volontà, destinandosi alla vittoria gloriosa sulla morte,  con noi invece il rischio di finire schiacciati sotto la disperazione  è fortissimo, se non reagiamo ai nostri drammi con la forza della fede.
Maria, donaci un po’ della tua fede assoluta, nell’ora della lotta tra la carne e lo spirito, tra il nostro progetto miope ed il progetto provvidenziale di Dio, tra la difesa inconsulta della nostra vita mortale ed il dono della vita nelle mani di Dio che può salvarla e santificarla.
Nel secondo mistero doloroso, la flagellazione di Gesù, il paragone che ci viene spontaneo è tra la nostra incapacità a sopportare le avversità quotidiane con calma, pazienza, docilità, e la serena rassegnazione di Gesù : noi ci agitiamo e ci sconvolgiamo, finendo per assomigliare ad animali feriti che ringhiano contro tutto e tutti, senza coscienza di compromettere ancora di più la loro salvezza.
Leggiamo il salmo 33 di oggi, “ascolta, Signore, il grido del tuo povero”, e crediamo fermamente che Egli è vicino a chi ha il cuore ferito, Egli salva gli spiriti affranti, li libera da tutte le sventure, riscatta la vita dei suoi servi che in Lui si rifugiano.
È ancora la fede che chiediamo a Maria, fede nel soccorso di Dio verso i miti e gli umili di cuore.
Nel terzo mistero doloroso, la coronazione di spine, c’è la derisione e la mortificazione di Gesù: dalla sua condotta impariamo che non dobbiamo mai abbassarci al livello scurrile e scomposto dei nostri  avversari, conservando la dignità e la fierezza che mostrò Gesù, vero Re, di fronte ai suoi aguzzini, e nello stesso tempo dobbiamo accettare le offese gratuite ed ingiuste con fiduciosa speranza che perdonando chi ci fa soffrire ed offrendo a Dio la nostra sofferenza meritiamo, oltre al suo perdono dei nostri peccati, anche il dono della  sua corona di gloria.
Maria, aumenta la nostra fede nella potenza del perdono da ricevere e dare.
Nel quarto mistero doloroso, la salita di Gesù al Calvario carico della croce, è proprio il monte della sofferenza suprema che dobbiamo considerare: il Calvario non fermò Gesù dal compiere la volontà di salvezza del Padre per noi peccatori, nessun calvario deve fermare la nostra volontà di vincere il malanimo ed il risentimento per il prossimo che in buona o cattiva fede ci ha fatto del male, e perdonare.
Chi riesce a perdonare avendo meritato il perdono del Padre con l’umiltà e la contrizione per le proprie colpe non teme la rovina sotto il peso dell’irriconoscenza e dell’ignoranza altrui, la croce più pesante da portare, perché sa che la croce accettata generosamente a favore degli altri diventa poi fonte di consolazione e letizia.
Maria, aumenta la nostra fede nella potenza della croce.
Nel quinto mistero doloroso, la crocifissione e morte di Gesù, è da comprendere bene il significato cristiano della morte: morire non è soltanto concludere i giorni terreni, è anche morire a se stessi, ai propri  superficiali giudizi, che quasi sempre sono pregiudizi, alle proprie convenienze ed ai propri tornaconti egoistici, e questo non è facile, anzi è il più duro esercizio di carità fraterna che si possa fare, dal momento che l’uomo è portato ad essere pago del proprio successo mondano.
Ma Gesù ci insegna che rinunciare alla logica ed alla mentalità del mondo conduce al premio della sapienza del cuore, che illumina il nostro cammino dietro di Lui , lo rende  meno tortuoso e stentato e ci fa capire la via più diretta per il bene che Dio ha a disposizione per noi, perché la nostra vita sia ricca di frutti di carità e di verità.
Maria, dacci la fede per credere che è così, e così sia!