sabato 5 novembre 2016

Apostolato della Preghiera : Incontro diocesano mensile

Incontro diocesano mensile dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 28 – 10- 2016 alle ore 17,30 presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è tenuto l’incontro diocesano mensile che ha aperto l’anno sociale dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino.
Ha guidato la preghiera comunitaria la presidente diocesana Filomena Saracino Savino, che invitato i presenti  a contemplare i misteri dolorosi del santo Rosario con animo aperto ai suggerimenti dello Spirito, che vuole ammaestrare, correggere, spronare alla conversione ed al progresso nella fede, nella speranza, nell’amore.
Prima di iniziare a pregare si è implorata la misericordia di Dio Padre mediante l’intercessione di Maria madre di misericordia presso il Figlio suo Gesù con le parole di questa poesia di Ungaretti: “Cristo, pensoso palpito, astro incarnato nell’umane tenebre, fratello che t’immoli perennemente per riedificare umanamente l’uomo,
Santo, Santo che soffri,  maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri per liberare dalla morte i morti e sorreggere noi infelici vivi,
d’un pianto solo mio non piango più, ecco, ti chiamo, Santo, Santo, Santo, Santo che soffri.”.
Il santo Rosario inizia con la contemplazione e meditazione dell’agonia di Gesù nell’orto, della sua angoscia, tristezza, disperazione umane, che per l’abbandono totale alla volontà del Padre che sa quello che fa si trasformano in  compassione e comprensione per noi peccatori, per i quali offre la vita e merita il perdono e la salvezza : impariamo da Lui, nostro maestro, fratello, Dio!
La flagellazione di Gesù alla colonna ci ricorda i flagelli, nella carne e nell’anima, che ogni giorno ci colpiscono, tanto più dolorosi quando provengono dalle persone a noi più care e più vicine:
Gesù tutto sopportò, tutto perdonò, tutto offrì, impariamo da Lui, nostro maestro, fratello e Dio!
Quante spine sul capo di Gesù, le nostre ingiurie, le nostre irriconoscenze, le nostre infedeltà!
Eppure Egli non maledisse, non rinnegò  chi lo feriva, ma accettò gli insulti con animo mite e paziente e misericordioso: impariamo da Lui, nostro maestro, fratello e Dio!
La croce sono le prove più pesanti, i lutti, le malattie, le disgrazie, che ci lasciano smarriti ed avviliti: perché proprio a me, che ho fatto di male?  E chiediamo che la croce ci sia tolta, non ce la facciamo più!
Gesù non  se ne lamentò mai, la abbracciò per amore nostro, e il Padre lo benedisse e in Lui benedisse ogni creatura  provata ed oppressa che non si ribella alla croce che deve portare.
Impariamo da Gesù, nostro maestro, fratello e Dio!
La morte è liberazione, resurrezione, rinascita a vita nuova: non ci spaventi, non ci turbi, non ci danni!

Siamo più forti della morte, grazie a Gesù: impariamo da Lui, nostro maestro  e fratello e Dio!