Incontro diocesano
mensile dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino
Il giorno 28 – 10- 2016 alle ore 17,30 presso la rettoria di
San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, si è tenuto l’incontro diocesano mensile
che ha aperto l’anno sociale dell’Apostolato della Preghiera di Foggia-Bovino.
Ha guidato la preghiera comunitaria la presidente diocesana
Filomena Saracino Savino, che invitato i presenti a contemplare i misteri dolorosi del santo
Rosario con animo aperto ai suggerimenti dello Spirito, che vuole ammaestrare,
correggere, spronare alla conversione ed al progresso nella fede, nella
speranza, nell’amore.
Prima di iniziare a pregare si è implorata la misericordia
di Dio Padre mediante l’intercessione di Maria madre di misericordia presso il
Figlio suo Gesù con le parole di questa poesia di Ungaretti: “Cristo, pensoso
palpito, astro incarnato nell’umane tenebre, fratello che t’immoli perennemente
per riedificare umanamente l’uomo,
Santo, Santo che soffri,
maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri per liberare dalla morte i morti e
sorreggere noi infelici vivi,
d’un pianto solo mio non piango più, ecco, ti chiamo, Santo,
Santo, Santo, Santo che soffri.”.
Il santo Rosario inizia con la contemplazione e meditazione dell’agonia
di Gesù nell’orto, della sua angoscia, tristezza, disperazione umane, che per
l’abbandono totale alla volontà del Padre che sa quello che fa si trasformano
in compassione e comprensione per noi
peccatori, per i quali offre la vita e merita il perdono e la salvezza :
impariamo da Lui, nostro maestro, fratello, Dio!
La flagellazione di Gesù alla colonna ci ricorda i flagelli,
nella carne e nell’anima, che ogni giorno ci colpiscono, tanto più dolorosi
quando provengono dalle persone a noi più care e più vicine:
Gesù tutto sopportò, tutto perdonò, tutto offrì, impariamo
da Lui, nostro maestro, fratello e Dio!
Quante spine sul capo di Gesù, le nostre ingiurie, le nostre
irriconoscenze, le nostre infedeltà!
Eppure Egli non maledisse, non rinnegò chi lo feriva, ma accettò gli insulti con
animo mite e paziente e misericordioso: impariamo da Lui, nostro maestro,
fratello e Dio!
La croce sono le prove più pesanti, i lutti, le malattie, le
disgrazie, che ci lasciano smarriti ed avviliti: perché proprio a me, che ho
fatto di male? E chiediamo che la croce
ci sia tolta, non ce la facciamo più!
Gesù non se ne
lamentò mai, la abbracciò per amore nostro, e il Padre lo benedisse e in Lui
benedisse ogni creatura provata ed
oppressa che non si ribella alla croce che deve portare.
Impariamo da Gesù, nostro maestro, fratello e Dio!
La morte è liberazione, resurrezione, rinascita a vita
nuova: non ci spaventi, non ci turbi, non ci danni!
Siamo più forti della morte, grazie a Gesù: impariamo da
Lui, nostro maestro e fratello e Dio!