Catechesi registrata e poi
sbobbinata, si prega di considerare il contenuto e non la forma.
La scorsa volta l'argomento era
Gesù misericordioso, che oggi continueremo a meditare, eravamo partiti dal
brano dell’Esodo Capitolo 34 versetto 6-7
“Eterno Dio misericordioso e
pietoso, lento all’ ira ricco di benignità e fedeltà, che usa misericordia e Perdona
il peccato….”
Il titolo con cui Dio si presenta a
Mosè è di Dio misericordioso, questo perché, il popolo fa un'esperienza molto
forte del peccato e comprende che non sono gli idoli che gli danno forza, ma è
il Signore col suo amore e con la sua misericordia, che lo aiuta e lo salva.
Poi siamo passati ad Ezechiele: il profeta
dice in nome di Dio:
“Io non godo della morte
dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva”
Da qui partiremo quest' oggi.
Al tempo di Ezechiele non c'era la concezione
della Risurrezione come la riteniamo noi oggi, il bene e il male veniva già
compensato su questa terra. Il bene con una lunga vita, abbondanza di figli e
prosperità, il male punito con una vita breve, sterilità e miseria e tra i
defunti non c'è differenza tra il buono e il cattivo. Tutto succede ugualmente
a tutti. La medesima sorte attende al giusto e all’empio. Tutti vanno nello sheol
che è il regno dei morti. Poi piano piano si comprende che i buoni e i cattivi non
sono allo stesso livello ma esiste una differenza, certo non così delineato
come lo conosciamo oggi noi con la venuta di Cristo.
Il brano di Ezechiele capitolo 18 versetto 21
e 28
“Ma se il malvagio si ritrae da
tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei decreti e agisce con
giustizia e rettitudine, egli vivrà e non morirà ….”
In questo brano Il Signore ci dice una cosa
molto importante, non ha nessun interesse a condannare. Noi dobbiamo pensare
alla comunione profonda con Dio e ciò che conta è l’Oggi no ieri no domani, una
delle più grandi trovate del maligno è quello di riportarci nel passato, molti
sono prigionieri del passato, però Il passato è passato non si può tornare
indietro e mettere a posto le cose. Oggi la salvezza entra nella tua casa. Il
nuovo testamento insiste molto sull’oggi dobbiamo vivere il presente e nel presente
che si gioca la nostra appartenenza a Dio. L'inganno sta proprio in questo essere
prigionieri del passato e perdere solamente tempo; quindi attraverso Ezechiele
questo il Signore vuole dirci vivi l’oggi. Cristo si è fatto uomo per poter
dividere tutto della nostra umanità è vicino a noi, è questa la nostra salvezza
oggi e sempre.
Ma ritorniamo al perdono. Come
possiamo vivere una situazione di riconciliazione di perdono concretamente?
come si fa? Ricordiamo tutti quando Pietro
chiede a Gesù: Signore quante volte devo perdonare e aggiunge 7? 7 era il
numero perfetto (il numero sacro perché è il simbolo di Dio attraverso il quale
si proclama la Sua completezza e perfezione) ma Gesù gli risponde non 7 ma 70
volte 7.
Abbiamo poi, la parabola nel
Vangelo del servo spietato (Matteo 18,21-35) Il primo, debitore, la sua
supplica, e il condono del suo debito. Il secondo debitore, la sua supplica e
la risposta spietata del primo debitore e il meritato castigo del primo
debitore. Ancora: la parabola del buon samaritano che ci fa comprendere
benissimo che cosa vuol dire essere misericordiosi. L'atteggiamento del
samaritano è l'atteggiamento misericordioso di Dio. Dobbiamo farci prossimo
all'altro e non aspettare che l'altro si avvicina a noi, anche se ci ha ferito
e ci ha fatto del male. Gesù ha dato la vita anche per lui. A noi non viene
naturale aprire il cuore a chi ci fa del male perciò è necessario chiedere
l’aiuto a Gesù, l'aiuto dello Spirito Santo. San Paolo dice se proprio non
potete amarvi almeno non vi divorate a vicenda, ma Dio ci ama comunque, anche
se siamo inaffidabili.
Per il cristiano la norma dovrebbe
essere l'amore verso i fratelli ma, non sempre è scontato questo. Perché noi a
volte non consideriamo proprio gli altri, quante volte sentiamo dire “quello
non conta niente” Ancora peggio è quando qualcuno ci fa un torto, a volte anche
gravissimo, non siamo in grado di perdonare, di andare oltre. Questo perché: il
perdono è un dono che si ottiene con la grande fede pregando e chiedendolo.
Ricordate nei Promessi sposi, nel 4° capitolo, il passo finale, la figura di Ludovico
che fattosi frate, assume il nome di fra Cristoforo, chiede il perdono al
fratello della sua vittima. Il perdono da lui tanto desiderato gli è concesso e
umilmente chiede che gli venga donata una pagnotta di pane, essa servitagli su
un vassoio d’argento e messa nella misera sacca di iuta, sarà conservata dal
frate fino alla morte, per ricordargli la facilità con cui si può peccare, perché
il più severo dei tribunali è quello della nostra coscienza.
Questo dobbiamo sforzarci di capire. L’ hanno
compreso bene i più grandi santi che hanno fatto una esperienza forte di perdono
e che hanno capito che il Signore li accettava così come erano nella loro
piccolezza, nella loro semplicità, nella loro debolezza.
Questa è la spiritualità del sacro
cuore. Farci prossimo, farci piccoli, perdonare, aver sempre il cuore aperto,
farci guidare dalla grazia di Dio e comprendere che tutti siamo peccatori, e
che una fede che non si fa carità, non può mai essere gradita a Dio e soprattutto
essere strumento di riconciliazione e di pace.