martedì 27 febbraio 2018

Apostolato della Preghiera : Meditazione di febbraio

Apostolato della Preghiera : Meditazione di febbraio:

Catechesi registrata e poi sbobbinata, si prega di considerare il contenuto e non la forma.


La scorsa volta l'argomento era Gesù misericordioso, che oggi continueremo a meditare, eravamo partiti dal brano dell’Esodo Capitolo 34 versetto 6-7
“Eterno Dio misericordioso e pietoso, lento all’ ira ricco di benignità e fedeltà, che usa misericordia e Perdona il peccato….”
Il titolo con cui Dio si presenta a Mosè è di Dio misericordioso, questo perché, il popolo fa un'esperienza molto forte del peccato e comprende che non sono gli idoli che gli danno forza, ma è il Signore col suo amore e con la sua misericordia, che lo aiuta e lo salva.
 Poi siamo passati ad Ezechiele: il profeta dice in nome di Dio:
“Io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva”
 Da qui partiremo quest' oggi.
 Al tempo di Ezechiele non c'era la concezione della Risurrezione come la riteniamo noi oggi, il bene e il male veniva già compensato su questa terra. Il bene con una lunga vita, abbondanza di figli e prosperità, il male punito con una vita breve, sterilità e miseria e tra i defunti non c'è differenza tra il buono e il cattivo. Tutto succede ugualmente a tutti. La medesima sorte attende al giusto e all’empio. Tutti vanno nello sheol che è il regno dei morti. Poi piano piano si comprende che i buoni e i cattivi non sono allo stesso livello ma esiste una differenza, certo non così delineato come lo conosciamo oggi noi con la venuta di Cristo.
 Il brano di Ezechiele capitolo 18 versetto 21 e 28
“Ma se il malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà e non morirà ….”
 In questo brano Il Signore ci dice una cosa molto importante, non ha nessun interesse a condannare. Noi dobbiamo pensare alla comunione profonda con Dio e ciò che conta è l’Oggi no ieri no domani, una delle più grandi trovate del maligno è quello di riportarci nel passato, molti sono prigionieri del passato, però Il passato è passato non si può tornare indietro e mettere a posto le cose. Oggi la salvezza entra nella tua casa. Il nuovo testamento insiste molto sull’oggi dobbiamo vivere il presente e nel presente che si gioca la nostra appartenenza a Dio. L'inganno sta proprio in questo essere prigionieri del passato e perdere solamente tempo; quindi attraverso Ezechiele questo il Signore vuole dirci vivi l’oggi. Cristo si è fatto uomo per poter dividere tutto della nostra umanità è vicino a noi, è questa la nostra salvezza oggi e sempre.
Ma ritorniamo al perdono. Come possiamo vivere una situazione di riconciliazione di perdono concretamente? come si fa?  Ricordiamo tutti quando Pietro chiede a Gesù: Signore quante volte devo perdonare e aggiunge 7? 7 era il numero perfetto (il numero sacro perché è il simbolo di Dio attraverso il quale si proclama la Sua completezza e perfezione) ma Gesù gli risponde non 7 ma 70 volte 7.
Abbiamo poi, la parabola nel Vangelo del servo spietato (Matteo 18,21-35) Il primo, debitore, la sua supplica, e il condono del suo debito. Il secondo debitore, la sua supplica e la risposta spietata del primo debitore e il meritato castigo del primo debitore. Ancora: la parabola del buon samaritano che ci fa comprendere benissimo che cosa vuol dire essere misericordiosi. L'atteggiamento del samaritano è l'atteggiamento misericordioso di Dio. Dobbiamo farci prossimo all'altro e non aspettare che l'altro si avvicina a noi, anche se ci ha ferito e ci ha fatto del male. Gesù ha dato la vita anche per lui. A noi non viene naturale aprire il cuore a chi ci fa del male perciò è necessario chiedere l’aiuto a Gesù, l'aiuto dello Spirito Santo. San Paolo dice se proprio non potete amarvi almeno non vi divorate a vicenda, ma Dio ci ama comunque, anche se siamo inaffidabili.
Per il cristiano la norma dovrebbe essere l'amore verso i fratelli ma, non sempre è scontato questo. Perché noi a volte non consideriamo proprio gli altri, quante volte sentiamo dire “quello non conta niente” Ancora peggio è quando qualcuno ci fa un torto, a volte anche gravissimo, non siamo in grado di perdonare, di andare oltre. Questo perché: il perdono è un dono che si ottiene con la grande fede pregando e chiedendolo. Ricordate nei Promessi sposi, nel 4° capitolo, il passo finale, la figura di Ludovico che fattosi frate, assume il nome di fra Cristoforo, chiede il perdono al fratello della sua vittima. Il perdono da lui tanto desiderato gli è concesso e umilmente chiede che gli venga donata una pagnotta di pane, essa servitagli su un vassoio d’argento e messa nella misera sacca di iuta, sarà conservata dal frate fino alla morte, per ricordargli la facilità con cui si può peccare, perché il più severo dei tribunali è quello della nostra coscienza.
 Questo dobbiamo sforzarci di capire. L’ hanno compreso bene i più grandi santi che hanno fatto una esperienza forte di perdono e che hanno capito che il Signore li accettava così come erano nella loro piccolezza, nella loro semplicità, nella loro debolezza.
Questa è la spiritualità del sacro cuore. Farci prossimo, farci piccoli, perdonare, aver sempre il cuore aperto, farci guidare dalla grazia di Dio e comprendere che tutti siamo peccatori, e che una fede che non si fa carità, non può mai essere gradita a Dio e soprattutto essere strumento di riconciliazione e di pace.