domenica 31 maggio 2015

Apostolato della Preghiera : incontro mensile maggio

Incontro diocesano mensile AdP di Foggia-Bovino
Il giorno 29 maggio 2015, dalle ore 17 alle ore 18, si è tenuto presso la rettoria di San Giuseppe in via Manzoni, Foggia, l’incontro mensile di preghiera comunitaria dell’Apostolato della Preghiera, seguito dalla santa Messa celebrata dal direttore diocesano don Matteo Francavilla.
La presidente diocesana Filomena Saracino Savino ha condotto il santo Rosario meditato, collegando i misteri gloriosi con la Parola di Dio del tempo liturgico in atto, e verificando l’esperienza di resurrezione, ascensione, verità e carità fatta da ciascuno, alla luce degli eventi pasquali di Gesù.
Il passaggio dalla morte alla vita infinita di Cristo, nostra primizia e nostra prospettiva, ha richiesto fede assoluta nella promessa del Padre di salvare l’umanità mediante la sua vittoria sulle tenebre dell’ingiustizia patita.
È stato il sabato santo, quando scese agli inferi e si trovò in uno scenario di sofferenza acuta, disperata, angosciante, che rischiava di paralizzarlo e privarlo di ogni energia, che Gesù lottò e vinse contro la paura, il dubbio, lo sgomento, e in uno slancio di riconoscenza della Carità del Padre risalì alla luce potente e glorioso.
Anche noi dobbiamo trovare nella fede assoluta in Dio la forza di vincere il senso di frustrazione e di avvilimento che ci colpisce di fronte alle deluse aspettative di giustizia, di pace, di amore, e ci rende deboli e fiacchi, secchi dentro come il fico senza frutto maledetto da Gesù.
Portiamo il frutto che il Signore gradisce, la carità verso i fratelli nel bisogno di vero bene, e tutto quello che con fede ardente domanderemo nella preghiera ci sarà accordato, ce lo assicura il Vangelo.
La fonte della fede, della speranza e della carità l’abbiamo nel profondo del nostro cuore, dove splende il sole divino rappresentato da Gesù che sale radioso al cielo, ma con i suoi raggi penetranti e vivificanti è anche sulla terra, per sempre. Per alimentarla e farla venire alla luce, la sostanza vitale presente dentro di noi, dobbiamo ascendere come Gesù, ossia essere nel mondo ma non essere del mondo, aspirare alle cose di lassù, praticare tutto ciò che Gesù ci ha comandato.
E il comandamento primo è di amare Dio e il prossimo senza riserva.
La fiamma dello Spirito Santo che Gesù ci manda suscita ed attua tale anelito d’amore, ma perché la nostra carità non si gonfi di vanto, compiacimento, vanagloria, non deve essere mai scissa dalla verità, che è conoscenza e riconoscenza del nostro essere peccatori, e del nostro essere stati perdonati e riconciliati dalla carità e misericordia divine.
Solo questa consapevolezza ci fa perdonare ed amare i fratelli con cuore generoso e sincero, perché Dio ama gli umili, e per la loro umiltà li rende virtuosi e degni di gloria.
Creatura per eccellenza umile, virtuosa, degna di gloria è Maria, l’unica sottratta alla corruzione della carne nel sepolcro e assunta in cielo anima e corpo. Non poteva essere diversamente, perché nel suo seno purissimo il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Maria è per noi segno di consolazione e di futura speranza, a lei incoronata regina del cielo e della terra la nostra devozione e la nostra venerazione.
Nel vicino santuario dell’Incoronata abbiamo la possibilità di offrirle una corona ancora più preziosa di quella che le cinge il capo, la corona del Rosario da lei tanto amata e raccomandata: recitiamolo ai suoi piedi con quella fede che abbiamo nella preghiera implorato e certamente ottenuto in abbondanza dalla Santissima Trinità, ed avremo grazie su grazie. È così, e così sia.