Dicembre AdP
Ritiro tempo di avvento
Giorno 14
alle ore 18 presso la chiesa Madonna del Rosario si è tenuto il ritiro
comunitario diocesano dell’AdP Foggia-Bovino, condotto dal nostro assistente
spirituale don Massimo Di Leo.
Si è recitato
il Rosario, seguita la S. Messa e l’esposizione di Gesù Sacramentato.
Innanzi a
Gesù don Massimo, ha tenuto una lectio divina sul vangelo di domenica 17 (Giovanni
1,6-8.9 19-28)
Dopo aver invocato
lo Spirito Santo e un breve momento di silenzio don Massimo iniziava con lo
spiegare chi era Giovanni e la sua missione.
“Questo
brano si colloca nel 1° capitolo del vangelo di Giovanni, l’inizio è dominato
dal prologo che ascolteremo a Natale. L’apostolo sente il bisogno di iniziare
così il suo vangelo perché c’è il rapporto con l’inizio della creazione e l’evangelista
vuole raccontarci la creazione nuova che Dio fa, attraverso il figlio suo con l’opera
dello Spirito Santo: la redenzione. Nella genesi Dio crea attraverso le parole
“Dio disse” nel nuovo testamento la parola è Gesù “Ecco che il verbo si fa
carne e prende dimora in mezzo a noi”Prende una tenda di carne e la fa in mezzo
a noi, cioè nella nostra umanità, nelle nostre difficoltà, nelle nostre
certezze per farle diventare storia di salvezza.
L’apostolo
subito ci fa conoscere e punta il dito su una figura importantissima che è
quella di Giovanni Battista, lo chiama semplicemente Giovanni. Il ruolo di
battezzatore è secondario. Lui è il compimento della profezia, il precursore, è
l’amico dello sposo.
Figlio di
sacerdoti predicava e praticava il battesimo, considerato a quei tempi come
purificazione del corpo. Tanti altri gruppi del giudaismo praticavano il
battesimo, avevano la concezione del peccato legato alla pulizia: facevano le
abluzioni, si lavavano le mani, i piatti, i bicchieri. Non facevano differenza
fra corpo e spirito, ciò che sporcava il corpo sporcava anche l’anima. Il
battesimo del Battista, accompagnato da una predicazione esigente, è di
preparazione per accettare Colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Giovanni
Battista ci dà una grande lezione di umiltà, molti lo ascoltavano e lo
seguivano, tra questi anche alcuni degli apostoli, Giovanni, Andrea e altri, ma
il Battista sa che al centro c’è il Cristo. Non dice mai sono, ma sempre “ non
sono “ “ Lui deve Crescere ed io diminuire” Lui lo sposo e la sposa è il popolo
di Dio, io ho preparato questo matrimonio; ed è questa la vera grandezza del
Battista. Lui ci insegna a essere gli accompagnatori e i custodi dei nostri
fratelli, di essere gli amici dello sposo.
Il Battista
è un testimone che traghetta verso la nuova alleanza ed è anche un martire di quest’alleanza,
perché come sappiamo tutti, pagò con il sangue, fu decapitato.
All’epoca si
aspettava il Messia, c’era una grandissima attesa, attesa politica, religiosa, di
riscatto sociale, tante forme di attesa e tanti si presentavano come il Cristo,
ma ecco che si presenta Giovanni e si discosta da tutti. Lui sembrava essere
veramente il Cristo perché ha un atteggiamento di semplicità, di umiltà, di
essenzialità, si ritira nel deserto è figlio di sacerdoti e quindi anche lui
sacerdote per eredità. Incarna così bene le attese del suo popolo. E’ un uomo
forte, deciso, che ama la verità, rifiuta le alleanze ambigue e i compromessi è
colui che secondo il popolo darà la salvezza perché mandato da Dio.
I sacerdoti
sono incuriositi e mandano i capi di Gerusalemme a vedere cosa succede in
questa parte del deserto lungo il fiume Giordano.
Perché Il
Battista sceglie proprio il deserto e il Giordano. La sua scelta è indicata
unicamente dalla tradizione biblica Giovanni scelse proprio quel luogo di
fronte a Gerico, dove il popolo di Israele era entrato nella terra santa
attraverso il Giordano. La scelta di quel luogo corrispondeva all’antica
condizione di Israele prima del passaggio del fiume. Il deserto e il Giordano
due posti legati al ricordo, all’alleanza. Attraversando l’acqua ci si libera
dalla schiavitù egiziana. Israele nasce come popolo attraverso il
pellegrinaggio nel deserto. Israele doveva ritornare a casa, al suo Signore. Ricchezza, agi, comodità,
potenza, troppe sicurezze, bisognava ritornare al vero e unico Dio.
I sacerdoti
del tempo vedono in Giovanni un agitatore del popolo, uno che vuole
distruggere, loro non sono pronti alla novità, né a vedere né ad ascoltare e
gli chiedono “Tu chi sei?”, per trovare qualcosa per accusarlo. La stessa
domanda la faranno poi a Gesù.
Anche noi
siamo addormentati nelle nostre certezze, nei nostri agi, nelle comodità,
dobbiamo lasciarci scuotere. E a volte siamo addormentati avendo Gesù in mano, avendo
il rosario in mano L’ avvento deve portarci alla ricerca della verità. Giovanni
il Battista ci insegna come aspettare e annunciare il Cristo e come possiamo annunciare
se non prima ascoltiamo e ascoltare con il con il cuore.
Il cuore non è solo la sede dei sentimenti, è
il centro della persona: volontà, intelligenza, sentimenti, emozioni questo
cuore il Signore vuole che lo apriamo, essere pronti ad ascoltare. Essere delle
sentinelle che stanno al posto di osservazione notte e giorno pronte a vedere
il Suo ritorno, per essere come Giovanni il Battista amici dello sposo, allora
sì che si costruisce il vero tempio, altrimenti quest’ avvento passerà come
tanti altri avventi e natali. Ogni momento dell’avvento deve essere momento di
crescita, i propositi sempre più forti e propositi certezze: oggi la salvezza è
entrata nella mia casa. Viviamo l’avvento come approfondimento personale.
Ringraziamo
il Signore per l’ascolto, per i benefici che ci ha donato, e per tutto ciò che
ci ha dato.
Chiediamo l’aiuto
di Maria nostra madre, che ci aiuti e ci insegni come fare.